L’Unione Europea compie un passo decisivo verso l’introduzione dell’euro digitale. Durante la riunione dell’Eurogruppo tenutasi a Copenaghen, i ministri delle Finanze dell’Area Euro hanno raggiunto un accordo politico sul quadro istituzionale e sui limiti di detenzione della nuova valuta digitale.
L’annuncio è stato dato dal commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, che ha evidenziato un’ampia convergenza tra gli Stati membri. Un’intesa che rappresenta una svolta significativa nel lungo percorso verso la digitalizzazione della moneta unica, atteso da istituzioni, mercati e consumatori.
Il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha parlato di «un ampio consenso» intorno a una soluzione «equilibrata», raggiunta «nel pieno rispetto del mandato di ogni istituzione coinvolta sull’euro digitale».
Il ruolo della BCE e l’apertura del parlamento europeo
Anche la Banca Centrale Europea ha accolto con favore l’accordo, giudicandolo come un’evoluzione positiva del processo. La presidente Christine Lagarde ha sottolineato come «quanto discusso e approvato all’unanimità dai membri dell’Eurogruppo, ma anche da persone esterne, sia il punto di partenza per un ulteriore lavoro che continuerà anche nel Parlamento Europeo».
L’obiettivo, ha ribadito Lagarde, è garantire che il progetto sull’euro digitale venga portato avanti in maniera rapida ma responsabile, assicurando il coinvolgimento di tutte le istituzioni europee e mantenendo al centro gli interessi dei cittadini e delle imprese.
Verso un quadro legislativo entro il 2025
Il prossimo passo sarà nelle mani del Consiglio Ecofin, che mira a definire un quadro legislativo completo entro la fine del 2025. Si tratta di un termine ambizioso ma necessario per dare certezza giuridica e istituzionale all’implementazione dell’euro digitale.
L’obiettivo dell’Ecofin è quello di stabilire regole chiare per la governance, l’utilizzo e la detenzione della moneta digitale, definendo limiti e modalità d’uso per garantire la stabilità finanziaria e la coerenza con gli strumenti di pagamento esistenti.
L’intervento dell’Italia: digitalizzazione sì, ma con tutele
Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha partecipato attivamente al dibattito, esprimendo apprezzamento per l’approccio condiviso e trasparente dell’Eurogruppo. Secondo Giorgetti, è essenziale che il nuovo sistema sia in grado di tutelare i consumatori e il mercato, soprattutto in relazione ai costi.
«È cruciale che il modello di compensazione dei costi di gestione sia più basso rispetto alle tradizionali carte di pagamento», ha dichiarato Giorgetti, definendo la questione una priorità strategica. Il ministro ha inoltre sottolineato la necessità che l’euro digitale contribuisca a garantire «l’autonomia strategica e la resilienza del nostro sistema finanziario di fronte alle minacce esterne».
I punti chiave dell’accordo
L’intesa raggiunta a Copenaghen ruota attorno a diversi pilastri fondamentali:
- Definizione di limiti alla detenzione individuale dell’euro digitale, per evitare fughe di liquidità dai conti bancari.
- Quadro istituzionale condiviso tra Commissione Europea, BCE, Consiglio e Parlamento, con competenze chiare e suddivise.
- Costi di transazione inferiori rispetto agli strumenti di pagamento tradizionali, per incentivare l’adozione da parte dei cittadini.
- Garanzia di sicurezza, inclusività e rispetto della privacy, elementi cruciali per rafforzare la fiducia degli utenti nella moneta digitale.