Il 23 maggio, una notizia ha destabilizzato il mercato azionario di Parigi: la Vivendi, la prestigiosa società francese presieduta da Vincent Bolloré, ha registrato un ribasso significativo. Come primo azionista di Tim con una quota del 23,75%, la Vivendi ha visto il proprio valore azionario diminuire del 6,8% in una singola mattinata.
A seguito di ciò, l’indice Cac 40 ha segnato un -0,7%, rendendo il mercato azionario di Parigi il peggiore d’Europa e del Regno Unito.
Questo ribasso improvviso ha avuto origine da un movimento strategico effettuato da una società associata a Bolloré, che ha venduto 1,5 milioni di azioni. Questa notizia, diffusa dalla Consob francese, ha sollevato numerose domande e ha spinto molti ad analizzare più da vicino le implicazioni e le possibili conseguenze di questa mossa.
Sommario
In base alle interpretazioni di un analista, la vendita di queste azioni da parte della Compagnie de Cornouaille, che ha ceduto le azioni per una quota pari allo 0,14% del capitale di Vivendi, indica che il gruppo sta cercando di rimanere al di sotto della soglia del 30%. Di conseguenza, le probabilità che Bolloré avvii un’acquisizione nelle prossime settimane sembrano diminuire.
Molti operatori di mercato stanno ora mettendo in discussione l’ipotesi di un’Offerta Pubblica d’Acquisto (OPA) da parte di Bolloré su Vivendi, di cui lo stesso Bolloré è l’azionista di riferimento.
Parallelamente al crollo di Vivendi, il comitato Tim ha iniziato a lavorare su nuovi nomi per il consiglio di amministrazione, per sostituire il dimissionario Arnaud de Puyfontaine, che ha lasciato la posizione di amministratore delegato di Vivendi a gennaio. Tra i candidati in lizza, figura il nome di Luciano Carta, ex presidente di Leonardo, suggerito dalla stessa Vivendi.
Inoltre, Pietro Labriola, l’amministratore delegato di Tim, ha recentemente sollecitato un “dialogo tra tutti gli azionisti”, nell’ottica di una riduzione del debito. Questo dialogo, sostiene, “è nell’interesse di tutti per ridare a Tim le opportunità strategiche e industriali che merita”.
La partita della rete unica rimane aperta, così come l’ipotesi di cessione della rete di Tim, che potrebbe comportare una riduzione significativa del debito. Queste questioni, insieme alla recente vendita di azioni di Vivendi, creano un panorama di incertezza e speculazione, alimentando ulteriori discussioni sul futuro di Vivendi, Tim e il mercato azionario di Parigi.
In conclusione, il crollo di Vivendi in Borsa ha catalizzato l’attenzione del mercato finanziario. Le ripercussioni di questa mossa, insieme ai movimenti interni a Tim e alle potenziali vendite di rete, rappresentano elementi cruciali per comprendere le dinamiche future del mercato azionario di Parigi. Sebbene il futuro possa sembrare incerto, è innegabile che ogni mossa di Bolloré e Vivendi continuerà a influenzare il panorama finanziario nel suo insieme.