Addio alla famiglia Brachetti Peretti: Api verso la vendita a Socar

Scritto da Redazione Online - 17/09/2025 - 0 visualizzazioni
Addio alla famiglia Brachetti Peretti: Api verso la vendita a Socar

La cessione del gruppo Api, storica realtà italiana nel settore dei carburanti, sembra ormai imminente. La famiglia Brachetti Peretti è vicina a firmare il passaggio del 100% della proprietà alla compagnia statale azera Socar (State Oil Company of Azerbaijan), in un’operazione dal valore stimato vicino ai 3 miliardi di euro.

La rete IP, con oltre 4.500 stazioni di servizio, rappresenta uno degli asset più strategici del panorama energetico italiano, e il suo ingresso sotto il controllo di un colosso internazionale segna un punto di svolta non solo per l’azienda, ma anche per l’intero settore della raffinazione e distribuzione dei carburanti in Italia.

Cosa comporta questa operazione per il mercato italiano? Quali sono le implicazioni strategiche a livello internazionale? E cosa potrebbe succedere con il vaglio del Golden Power?

Un’operazione da quasi 3 miliardi di euro

Come anticipato da Il Sole 24 Ore e confermato da Reuters, l’accordo tra la famiglia Brachetti Peretti e il gruppo Socar è vicino alla firma definitiva. L’operazione avrebbe un valore stimato tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro, di cui circa 500 milioni sarebbero costituiti da disponibilità liquide. Socar è assistita da Intesa Sanpaolo IMI CIB, mentre UniCredit affianca la famiglia venditrice.

L’iter di vendita è iniziato oltre un anno fa, coinvolgendo diversi gruppi internazionali. Tra questi, anche il Bin Butti Group degli Emirati Arabi Uniti. A giugno sono state presentate le offerte vincolanti e Socar ha prevalso grazie a una proposta solida, supportata da linee di credito già attive e, secondo fonti vicine all’operazione, anche da fondi governativi dell’Azerbaijan.

Il peso strategico del gruppo Api

Il gruppo Api è uno dei principali operatori della raffinazione e distribuzione di carburanti in Italia. Gestisce oltre 4.500 stazioni di servizio a marchio IP e una capacità di raffinazione di circa 200.000 barili al giorno. A questi si aggiungono infrastrutture fondamentali per lo stoccaggio e il trasporto di carburanti, incluso il carburante per uso aereo.

Nel 2023, Api ha registrato un utile operativo rettificato di quasi 500 milioni di euro, a conferma della solidità del suo modello industriale. L’operazione rappresenta un importante punto di discontinuità rispetto al passato, considerando anche l’acquisizione da parte di IP degli asset italiani di Exxon Mobil, finalizzata sempre nel 2023.

Il contesto europeo e la ritirata dei privati

La vendita di Api alla compagnia statale azera non è un caso isolato. Si inserisce, infatti, in una più ampia tendenza che vede i soggetti privati ritrarsi dal settore della raffinazione in Europa, sempre più caratterizzato da volatilità e margini incerti. Un esempio simile è stata la vendita della quota di controllo di Saras, lo scorso anno, dalla famiglia Moratti alla multinazionale Vitol, attiva nel trading globale di materie prime.

Questa dinamica riflette la difficoltà per gli operatori privati europei di competere con attori statali o grandi gruppi integrati, che possono contare su strategie di lungo termine e disponibilità finanziarie più ampie.

Gli asset strategici in italia

Socar ha già una forte presenza nel bacino mediterraneo grazie alla raffineria Star in Turchia, con una capacità di 200.000 barili al giorno. Con l’acquisizione di Api, la compagnia potrà rafforzare ulteriormente il suo posizionamento nel mercato europeo.

Gli asset italiani di Api comprendono la raffineria di Ancona, quella di Trecate (Piemonte) e un grande deposito logistico a Roma, oltre a un contratto di lavorazione con la raffineria Alma a Ravenna. Questo insieme di infrastrutture offre a Socar una piattaforma strategica per controllare flussi di carburante e logistica in Italia e nel sud Europa.

La variabile Golden Power

Un elemento chiave da considerare sarà il vaglio del governo italiano attraverso lo strumento del Golden Power, previsto per le operazioni che coinvolgono asset strategici nazionali. Essendo Api attiva in un settore considerato critico per la sicurezza energetica, è probabile che il Governo analizzi a fondo l’operazione, eventualmente imponendo condizioni o vincoli.

Tuttavia, le relazioni tra Italia e Azerbaijan sono solide, in particolare sul piano energetico: l’Italia è infatti il principale partner commerciale dell’Azerbaijan nel settore del gas, anche grazie al gasdotto TAP che porta il gas del Mar Caspio fino al nostro Paese.

La cessione di Api a Socar rappresenta un punto di svolta per il mercato italiano dell’energia. Segna la fine di un’era per un’azienda a conduzione familiare, e l’inizio di una nuova fase sotto il controllo di un colosso internazionale, statale e strategicamente posizionato. Le implicazioni riguarderanno non solo l’assetto industriale italiano, ma anche l’equilibrio geopolitico dell’approvvigionamento energetico in Europa.

L’esito del controllo governativo e le prossime mosse di Socar saranno determinanti per capire se questa operazione potrà rafforzare il sistema energetico nazionale o se aprirà nuovi interrogativi sul futuro dell’autonomia strategica italiana.

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