Stellantis cede VM Motori: un’altra icona italiana cambia proprietà

Scritto da Redazione Online - 11/09/2025 - 0 visualizzazioni
Stellantis cede VM Motori: un’altra icona italiana cambia proprietà

La notizia è di quelle che segnano una pagina importante — e per molti amara — nella storia dell’industria automobilistica italiana. Dopo aver già dismesso nomi di peso come Magneti Marelli, Comau e IVECO, Stellantis compie un nuovo passo nel processo di razionalizzazione delle proprie attività, cedendo anche la VM Motori.

Lo storico stabilimento di Cento (Ferrara), simbolo dell’ingegneria meccanica italiana, cambia proprietà dopo decenni di innovazione motoristica. Ma questa volta c’è un dettaglio che rende la notizia leggermente meno amara: il passaggio di proprietà non avviene verso mani straniere, ma resta in Italia. A rilevarla è Gamma Holdings, società legata alla Marval, con il sostegno del fondo Azzurra Capital.

La domanda ora è: cosa significa davvero questa cessione per il futuro della motoristica italiana? Può una cordata locale rilanciare uno stabilimento che ha segnato un’epoca? E soprattutto, Stellantis sta disinvestendo dall’Italia o sta solo seguendo il corso dell’evoluzione industriale?

Un marchio storico dell’ingegneria italiana

Fondata oltre settant’anni fa, VM Motori è stata una delle aziende simbolo del Made in Italy nel settore dei motori diesel. Lo stabilimento di Cento ha rappresentato per decenni un centro di eccellenza tecnica, noto a livello internazionale. I suoi propulsori, in particolare quelli di grossa cilindrata, sono stati utilizzati su veicoli venduti in tutto il mondo: dal 3.0 V6 EcoDiesel montato su Jeep Grand Cherokee e Chrysler 300, al 2.8 CRD presente sulla Jeep Cherokee del 2005.

La competenza ingegneristica e la qualità produttiva erano tali da rendere VM Motori un asset strategico per qualunque gruppo automobilistico. Ma con l’evoluzione del mercato e l’emergere dell’elettrico, la domanda per i motori diesel ha subito un crollo, in particolare in Europa.

Perché Stellantis ha deciso di vendere

Il contesto economico e tecnologico è cambiato radicalmente. Le normative sulle emissioni sempre più stringenti, la pressione politica per la transizione ecologica e la crescita delle vendite di veicoli elettrici hanno drasticamente ridotto l’interesse verso i motori diesel. Stellantis, nato dalla fusione tra FCA e PSA, ha avviato da tempo una razionalizzazione dei propri asset industriali. L’obiettivo dichiarato è focalizzarsi sugli impianti più strategici per la produzione di powertrain elettrici o ibridi.

In quest’ottica, mantenere VM Motori non era più in linea con la visione industriale del gruppo. Stellantis ha così deciso di concentrarsi sui poli produttivi di Termoli e Pratola Serra, più allineati con le tecnologie powertrain del futuro.

Gamma Holdings e Marval: chi sono i nuovi proprietari

La notizia positiva, per quanto relativa, è che questa volta l’azienda non è finita in mani straniere. A rilevare VM Motori è stata Gamma Holdings, una società veicolo creata dagli stessi investitori che controllano Marval, realtà italiana attiva nel settore della produzione di motori e trasmissioni. Marval è a sua volta sostenuta dal fondo Azzurra Capital, attivo nel settore del private equity e specializzato in operazioni di rilancio industriale.

Questa combinazione fa ben sperare per il futuro dello stabilimento: non si tratta di una vendita puramente finanziaria, ma di un’acquisizione che potrebbe portare a una ristrutturazione mirata e al rilancio di un know-how italiano ancora prezioso.

Cosa cambia per i lavoratori e per il territorio

Lo stabilimento di Cento conta ancora oggi oltre 350 dipendenti, molti dei quali con una lunga esperienza nel settore motoristico. Per il territorio ferrarese, la presenza della VM Motori ha rappresentato per anni una garanzia occupazionale e un punto di riferimento per l’economia locale.

Non sono ancora stati resi noti piani industriali dettagliati da parte di Gamma Holdings, ma il mantenimento dell’attività produttiva e l’interesse mostrato da Marval per lo sviluppo di motori industriali e marini potrebbero garantire continuità occupazionale almeno nel medio termine. Resta da capire se ci sarà anche un investimento in ricerca e sviluppo, o una diversificazione verso tecnologie più sostenibili.

Il diesel è morto? una transizione ancora in corso

Sebbene in molti abbiano già decretato la “fine del diesel”, il settore dei motori endotermici non è scomparso del tutto. Esistono ancora nicchie di mercato — come l’industriale, il navale o i veicoli commerciali pesanti — dove i diesel rappresentano una soluzione efficiente e affidabile. VM Motori, infatti, aveva già negli ultimi anni iniziato a spostare il proprio focus verso queste applicazioni.

La vera sfida ora sarà capire se i nuovi proprietari sapranno traghettare l’azienda verso una trasformazione sostenibile, sfruttando il know-how esistente per affermarsi in un mercato che, pur ridimensionato, ha ancora spazi di sviluppo.

Conclusione: un pezzo di storia che può ancora dire la sua

La cessione di VM Motori segna un’altra tappa nel lungo processo di trasformazione dell’industria automobilistica italiana. Ma a differenza di altre dismissioni, questa operazione lascia aperto uno spiraglio di speranza. L’acquisto da parte di un gruppo italiano e la possibilità di un rilancio orientato all’innovazione possono rappresentare un nuovo inizio per lo stabilimento di Cento.

Riuscirà VM Motori a reinventarsi? E l’Italia saprà proteggere e valorizzare quel poco che resta della sua grande tradizione meccanica?

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