Bitcoin crolla sotto i 90.000$: panico e segnali di fondo

Scritto da Andrea Dicanto - 19/11/2025 - 150 visualizzazioni
Bitcoin crolla sotto i 90.000$: panico e segnali di fondo

Il mercato delle criptovalute torna a tremare. A novembre 2025, il prezzo del Bitcoin è crollato sotto la soglia psicologica dei 90.000 dollari, segnando una discesa che ha spazzato via tutti i guadagni accumulati nel corso dell’anno. Con un minimo registrato a 89.426 dollari, si tratta dei livelli più bassi raggiunti dalla principale criptovaluta dai tempi del crollo dell’exchange FTX nel 2022 e dalla crisi causata dal Covid-19 nel 2020.

Questa fase ribassista ha innescato un’ondata di panico tra gli investitori retail, con l’indice Crypto Fear & Greed sceso a 10 su 100, un livello che segnala una condizione di “estrema paura”. In parallelo, la volatilità è tornata a scuotere tutto il comparto crypto, con flessioni diffuse tra i principali asset digitali.

Come si è arrivati a questo nuovo shock di mercato? È davvero l’inizio di una crisi più profonda o si stanno già creando nuove opportunità per chi guarda al lungo periodo?

Crollo di Bitcoin sotto i 90.000$

La correzione del Bitcoin è iniziata dopo il picco storico toccato a ottobre 2025, quando il prezzo aveva raggiunto i 126.000 dollari. Da allora, la criptovaluta ha perso circa il 29%, con un movimento ribassista culminato il 17 novembre 2025 nel minimo di 89.426 dollari.

Si tratta di una discesa che ha cancellato in poche settimane l’intero rally del 2025, alimentato inizialmente dalle aspettative su una politica monetaria più accomodante da parte della Federal Reserve e dal forte interesse istituzionale sugli ETF legati al Bitcoin.

Tuttavia, le delusioni macroeconomiche e i dati contrastanti sull’inflazione statunitense hanno minato la fiducia del mercato, mentre il peggioramento del sentiment ha favorito vendite a catena, innescando liquidazioni e rotture di supporti tecnici chiave.

Capitolazione del mercato retail

La situazione è stata aggravata dal comportamento degli investitori di breve termine, noti come short-term holders. Secondo i dati della blockchain, oltre il 99% di queste posizioni si trova attualmente in perdita non realizzata, un segnale chiaro di capitolazione.

Il fenomeno ha portato a una serie di liquidazioni forzate che hanno colpito il mercato nel corso della settimana: si stimano oltre 1,1 miliardi di dollari in posizioni chiuse, di cui circa 510 milioni relative al solo Bitcoin.

L’indice Crypto Fear & Greed ha toccato quota 10 su 100, livello considerato di estrema paura e spesso associato a minimi di mercato significativi. Il panico ha spinto molti piccoli investitori a vendere in perdita, contribuendo a un ciclo di debolezza diffusa anche su Ethereum, Solana e altri token ad alta capitalizzazione.

Analisi tecnica e prospettive

Dal punto di vista tecnico, la rottura del supporto chiave a 93.700 dollari ha confermato l’inversione di tendenza nel breve periodo. A peggiorare il quadro è arrivato anche l’incrocio ribassista noto come “death cross”, con la media mobile a 50 giorni che ha tagliato al ribasso quella a 200 giorni.

Questo pattern, storicamente temuto dai trader, viene spesso interpretato come un segnale di debolezza strutturale. Tuttavia, diversi analisti sottolineano come, in molti casi passati, proprio dopo un “death cross” si siano registrati minimi di mercato seguiti da fasi di accumulo.

Tra le prospettive più condivise, c’è quella di una fase di bottoming, con una stabilizzazione che potrebbe favorire il ritorno di volumi positivi e l’ingresso di capitali orientati al lungo termine.

Comportamenti istituzionali

A dispetto del panico tra i piccoli investitori, i movimenti delle istituzioni sembrano suggerire una narrazione diversa. Nonostante il forte deflusso dagli ETF legati al Bitcoin – con uscite nette per 2,33 miliardi di dollari nell’ultima settimana – alcuni operatori di peso hanno continuato ad accumulare.

Particolare attenzione è stata rivolta al fondo iShares Bitcoin Trust di BlackRock, che ha registrato i deflussi più consistenti ma, allo stesso tempo, movimenti on-chain indicano nuovi depositi di bitcoin collegati ad account associati proprio al colosso finanziario.

Questo comportamento contraddittorio può essere letto come una strategia di ricollocamento piuttosto che di fuga dal mercato, lasciando spazio all’ipotesi che alcuni attori istituzionali stiano approfittando della debolezza per posizionarsi a prezzi più favorevoli.

Impatto della politica monetaria

Uno degli elementi che ha alimentato l’incertezza è il contesto macroeconomico e, in particolare, la politica monetaria della Federal Reserve. Dopo le aspettative ottimistiche di un taglio dei tassi già a dicembre 2025, i dati recenti sull’inflazione e sul mercato del lavoro hanno ridotto significativamente questa probabilità.

La prospettiva di un “higher for longer” – tassi alti più a lungo – ha raffreddato l’appeal degli asset rischiosi, inclusi i crypto asset. La mancanza di liquidità marginale e l’aumento dei rendimenti reali hanno ridotto l’appetito per il rischio e aumentato la pressione al ribasso su Bitcoin e altcoin.

Molti osservatori indicano che il prossimo movimento della Fed sarà determinante per il futuro del comparto, ma nel frattempo la prudenza resta dominante.

Conclusioni: crisi o opportunità?

Il crollo del Bitcoin sotto i 90.000 dollari segna uno dei momenti più difficili del 2025 per il mercato crypto. La combinazione tra liquidazioni, panico retail, fattori tecnici negativi e una politica monetaria restrittiva ha creato un mix esplosivo che ha riportato il sentiment su livelli estremamente depressi.

Tuttavia, proprio nei momenti di estrema paura possono nascondersi le opportunità. Le manovre istituzionali e il possibile avvicinarsi a una fase di accumulo suggeriscono che il peggio potrebbe non durare a lungo. Per gli investitori con una visione di lungo periodo, il contesto attuale potrebbe rappresentare un punto di ingresso interessante, sebbene ad alto rischio.

Come sempre nel mondo delle criptovalute, la prudenza e l’analisi rimangono gli strumenti fondamentali per navigare un mercato tanto ricco di potenzialità quanto imprevedibile.

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