I missili lanciati dal presidente americano Donald Trump, e l’uccisione dell’alto generale iraniano Soleimani, stanno mettendo serio rischio anche l’export in Medioriente della Regione Veneto (Leggi anche: “Trump lancia missile a Baghdad e il prezzo del petrolio sale”).

Intanto il prezzo del petrolio e dell’oro è già salito alle stelle, il rincaro è dovuto proprio alle tensioni fra Usa e Iran. L’apertura verso un’ipotetica guerra tra i due stati non fa altro che giovare alla quotazione delle materie prime. Ma le conseguenze sociali ed economiche colpiscono anche altre stati e regioni che, apparentemente, sembrano non c’entrino nulla.

Ad essere colpita è anche la Regione Veneto, infatti la rotta commerciale tra il porto di Venezia e quello di Chabahar rischia di scomparire. Anzi, potremo già definirla inutile, pericolosa, e di scarsa rilevanza economica.

Regione Veneto: la rotta commerciale Venezia-Chabahar

Inizialmente non doveva essere così. Negli ultimi due anni la Regione Veneto ha lavorato per la creazione di una rotta commerciale tra Venezia e il golfo dell’Oman, con destinazione Chabakar, Iran. La rotta sarebbe stata esclusa dalle sanzioni americane. In Iran e Iraq sarebbero arrivate le eccellenze venete, prodotti Made in Italy di alta qualità come macchinari industriali e mobili.

Certo, non sarà un mercato essenziale per l’economia veneta, ma avrebbe comunque contribuito ad aumentare il fatturato della regione. Inoltre, Venezia avrebbe puntato anche sull’import dall’Iran. La rotta commerciale sarebbe servita a portare le merci venete in Medioriente, e quelle di Iran e Iraq in Europa, era già presente un’ulteriore accordo con la Germania, che avrebbe ricevuto le merci importate dall’Italia ad Amburgo.

Ma la rotta Venezia-Chabahar è saltata.

Dati e statistiche sull’import-export Veneto-Medioriente

Erano stati gli iraniani stessi a voler raddoppiare la rotta commerciale con l’Italia, e quindi con l’Europa. Infatti è già presente la linea merci Genova-Bandar Abbas, che avrebbe dovuto “spalleggiare” la Venezia-Chabahar. Un incontro tra veneti e iraniani dovrebbe avvenire per Marzo 2020, ma a quanto pare l’incontro fissato in agenda non avverrà. O almeno non si sa come potrebbe evolversi la situazione.

Solamente 10 anni fa, il Veneto esportava in Iran merci per 289,55 milioni di euro. Con il passare degli anni, il volume d’affari si è ridotto sempre più (a causa di guerre e instabilità del paese) fino ad arrivare a 159 milioni di euro nel 2014. Poi una lenta risalita sopra i 200 milioni nel 2016 e 2017, e poi il crollo. Nei primi sei mesi del 2019, la Regione Veneto ha esportato merci per 41 milioni di euro.

Situazione analoga in Iraq. Dieci anni fa l’export veneto nello stato mediorientale si attestava su circa 30 milioni di euro. Un valore bassissimo, il picco massimo di export si è avuto nel 2014 quando salì a quota 77 milioni.

Insomma si tratta di piccole cifre, irrilevanti per la stabilità economica della Regione Veneto che proverà ad importare ed esportare merci in altri paesi. Eppure il mercato in Iran non sembrava così “scarso”, magari senza guerre e problemi vari sarebbe potuto arrivare tranquillamente a mezzo miliardo di euro in pochi anni.

Ma non è stato così. Il commercio tra Veneto e Iran può concludersi qui.