Alcuni la definiscono la Apple dei telecomandi, e non è un esagerazione. L’azienda italiana Nice è stata fondata nel 1993 da Lauro Buoro, attuale presidente. L’anno prima nessuno dei nuovi soci di Buoro era intenzionato a seguirlo nella re-invenzione del telecomando per cancelli. Fu così che decise di mettersi in proprio e realizzare la sua idea.

L’azienda venne chiamata Nice (Nizza in francese), prendendo ispirazione dalla città da cui proveniva il primo ordine dell’azienda. Da quel momento in poi fu una scalata al successo. Nel 2018 l’azienda di Oderzo (Treviso) ha registrato un fatturato pari a 368 milioni di euro, oltretutto in aumento del 13,3 % rispetto l’anno precedente.

Andamento di mercato

L’anno scorso, oltre al fatturato da 368 milioni di euro, Nice ha chiuso con un utile netto di 20 milioni di euro ed un margine operativo lordo di 50,8 milioni di euro. La crescita è costante, l’azienda è ormai leader del settore della Home Automation, dello Smart Home e della Home Security. Ricordiamo che dal 2006 al 2019 è stata quotata alla Borsa di Milano (indice FTSE Italia Small , indice FTSE Italia Star).

Presente in 20 paesi, il 93 % dei ricavi arriva dal mercato estero (non dall’export, attenzione!). Anche il 2019 si sta confermando un anno con sostanziale crescita, il gruppo punta a chiudere l’esercizio fiscale con un fatturato da mezzo miliardo di euro. L’azienda è molto più conosciuta all’estero che in Italia, leader nella produzione di impianti di automazione per case e uffici.

Inoltre, Nice punta a diventare il secondo player nel mercato delle automazioni per cancelli negli Stati Uniti. Nel 2018 ci sono state anche 5 acquisizioni, in cui per ognuna di esse è stata costruita un’apposita fabbrica in modo da mantenere la produzione nel Paese in cui è presente. Tra queste spicca la recente acquisizione di Micanan, utile ad entrare nel mercato canadese.

Insomma, l’italianissima Nice si espande sempre più.

La situazione in Italia

E in Italia ? A quanto pare i ricavi di Nice provengono tutti dall’estero. Ma questo non significa che l’azienda non punti sull’Italia. Attualmente gli stabilimenti presenti in Italia sono 4, che già dal 2020 verranno ristrutturate proprio come per le fabbriche in Germania e Brasile.

L’azienda ha annunciato di voler concentrarsi maggiormente sull’Italia negli anni a venire. Per fare ciò ha proceduto a chiudere la produzione in Cina per riportarla in Italia, e con essa anche l’impianto di automazione a motori tubolari.

Partito quindi il progetto di ristrutturazione e ampliamento della fabbrica di Oderzo, dove la volontà è quella di inglobare all’interno del gruppo la manovalanza altamente qualificata dei terzisti veneti. Si prevedono nuove assunzioni per circa 130 persone. Che andranno ad aggiungersi agli attuali 2300 dipendenti.

Le basi per un colosso che possa superare 1 miliardo di euro di fatturato, ci sono tutte. La strada è quella giusta.